turismo al mare

Oggi andiamo a… Isola di Capo Rizzuto (Calabria)

La fondazione della cittadina, pare, sia stata voluta da una della sorelle di Priamo, sembra Astiochena, che volle un centro abitato presso il promontorio Capo Rizzuto, vicino al tempio di Hera.

Altri fanno derivare il nome “Insula” dalla esistenza di alcune isole prospicienti i tre promontori “Japigi”, identificati in Capo Rizzuto, Capo Cimiti e Punta Le Castella, così denominati dalla presenza del mitico Japyx, figlio di Dedalo, uno degli artisti più valenti dell’antica Grecia. Infatti, riportano, alcune testimonianze letterarie antiche ( Erodono, Stradone, etc), Japyx o Japige fuggì da Creta seguendo il padre in una spedizione in Sicilia; ma durante il ritorno, una violenta tempesta lo fece naufragare presso le nostre coste ed alla località fu dato il nome di “terra Japigia”.

Altri studiosi ancora, fanno derivare il nome di Isola al fatto che “Insula” era il luogo dove chi vi viveva godeva di diritto d’asilo. L’imperatore di Costantinopoli, Leone VI (886-911), elevò Isola Di Capo Rizzuto a sede vescovile. La diocesi e quindi la cittadina è indicata nei documenti bizantini con il termine greco “Aesylon” che significa “luogo sacro”, dove l’uomo non può essere perseguitato.

Con la trasformazione della scrittura greca in quella latina il nome divenne Isola.

Con decreto regio del 22 gennaio 1863, assunse definitivamente l’attuale denominazione: Isola Di capo Rizzuto.

Nel territorio sono stati rinvenuti molti ritrovamenti ascrivibili ad età classica (tra VI e IV sec. a.C.)

Si possono ancora vedere in Isola: Cospicui avanzi del complesso fortificato cinquecentesco, del Castello Feudale (in via S. Marco) eretto in periodo medievale, ampliato nel ‘1549, dal feudatario, napoletano, Giovanni Antonio Ricca; resti di torri quadrilatere angolari speronate; Reliquie delle muraglie della cortina perimetrale con pivellini; La Porta del borgo medievale, sormontata da una torretta dell’orologio posteriore.

La Chiesa Matrice è un edificio cinque-seicentesco, fondato su sostrato di monastero Normanno del sec. XI. Presenta, all’esterno, un’elegante facciata barocca con portale lapideo riccamente ornato e sormontato da Stemma Vescovile (sec. XVII) e la Torre campanaria secentesca, munita di bifora. L’interno è a pianta basilicale, trinavato, decorato barocco a stucchi del ‘700, con Abside quadra a crociera costolonata. L’altare è molto ricco, proprio per lo stile barocco settecentesco che rispecchia. Troneggia la pala dipinta ad olio su tavola della Madonna Greca o Nera (protettrice del borgo), di stile bizantineggiante.

Chiesa di S. Marco fu costruita nel 1549 per ordine del feudatario di Isola, Antonio Giovanni Ricca. Era la cappella gentilizia della famiglia Ricca. Costruita in pietra arenaria in stile povero, ha un artistico portale in pietra tutto decorato con bassorilievi e motivi zoomorfici, sovrastato dallo stemma baronale e con piccolo campanile a bifora sul quale c’è una campana bronzea del 1613. All’interno troviamo un sarcofago monumentale, con i resti del feudatario, istoriato di leoni alati e sulle basi sono riprodotte teste di angeli e vari motivi agresti.

La Torre di Capo Rizzuto (o Torre Vecchia), in località Capo Rizzuto, è una torre cilindrica, con massiccia cordonatura a conci lapidei, eretta nel sec. XVI, a guardia costiera contro le incursioni barbariche. La torre era custodita da un caporale e da un milite, che avevano il compito di vigilare giorno e notte e segnalare la presenza di navi sospette con particolari segnali: fumo durante il giorno e falò la notte. L’accesso all’interno della torre avveniva mediante un rustico ponte elevatoio in legno.

Seguendo la costa possiamo trovarne altre di torri di avvistamento

Il Santuario della Madonna Greca, in località Capo Rizzuto, dedicato alla Protettrice di Isola Di Capo Rizzuto. Semplice e maestoso di nuova costruzione, la posa della prima pietra è datata 1991. Esso nasce dall’idea di realizzare ub centro sociale polivalente, che contenga un ampio salone da utilizzare come luogo d’accoglienza di pellegrini, d’incontri per la comunità, come spazio per allestire eventuali mostre, come sala d’ascolto di musica e di visioni multimediali. La superficie del Santuario è di circa 800 mq che si arricchisce di altri 200 mq di balconate.

Le Castella, presso il Capo omonimo, molto suggestivo il baluardo, la più imponente opera militare di tutto il meridione, eretta da architetti militari nel XV secolo, interamente circondato dal mare. L’imponente fortilizio di età aragonese, con rifacimenti ed addizioni seriori di Andrea Carafa, sec. XVI°. Aperti al pubblico: i Ruderi del complesso, con robusti fortilizii e torri cilindriche dei secc. XV-XVI. Più alta e meglio conservata, una bella torre circolare, con giro di caditoie, dominante l’assiepato gruppo di case che formano il borgo marinaro-turistico.

Il plurale Le Castella si può spiegare per il fatto che di fronte all’attuale Castello aragonese esistevano isolette fortificate; a testimoniare di ciò è il fondale marino, dove sono presenti dei resti di opere murarie.

La costruzione del “maniero cinquecentesco” era da poco ultimata quando il popolo castellese dovette affrontare un lungo assedio da parte del pirata Kheir.ed-Din, soprannominato il Barbarossa. La popolazione, allarmata ed atterrita, cercò rifugio nel Castello resistendo per otto giorni al violento assedio poi capitolò e subì un dannoso saccheggio: le case incendiate, molte persone persero la vita ed altre fatte prigioniere. Tra gli scavi fatti trasportati a Costantinopoli si trovò quel ragazzo di undici anni di nome Giovanni Dionigi Galeno, noto alla storia col nome di Uccialì. Giovanni Dionigi Galeno nacque a Le Castella intorno al 1525. Il corsaro Barbarossa giunto a Costantinopoli vendette a poco prezzo il ragazzo castellese al pirata Giafer, che lo destinò al remo. In più occasioni il giovane Dionigi diede prova di capacità di abile strategia navale tanto da entrare nelle grazie del padrone che lo destinò a posti di fiducia ed, perfino, a concedergli la libertà. Da questo momento cambiò il nome di Giovanni in quello di Kiligi-Alì per i musulmani ed in Uccialì per i cristiani. Le notevoli qualità di valente condottiero navale e le ripetute vittorie conseguite gli permisero di divenire ammiraglio dallo stesso Re di Tripoli, Tunisi ed Algeri. Nella battaglia di Lepanto (7 ottobre 1571) fu l’antagonista del più famoso ammiraglio della flotta cristiana Andrea Doria. In questa battaglia tanto cruenta per i turchi si salvò solo l’ala della flotta comandata da Uccialì, che portò in salvo cinquanta galere a Costantinopoli, ove fu accolto con sommo onore dal Sultano, alla cui corte trascorse gli ultimi anni della sua vita. La morte lo colse all’età settanta anni. Le sue ossa riposano in un monumentale sarcofago nella Chiesa-Moschea di S. Sofia ad Istanbul.

Durante le scorrerie turchesche per il borgo di Le Castella seguì una fase di declino sia economico che demografico.

Nel 1816, ritornati i Borboni nel regno di Napoli, la cittadina di Le Castella cessava di essere un comune autonomo e diveniva frazione del “Comune dell’Isola”. Terminata la seconda guerra mondiale grazie all’opera di risanamento del territorio, alla Riforma Agraria, alle migliorate condizioni di viabilità ed alla presenza dell’energia elettrica il centro di Le Castella è risorto a nuova vita con prospettive di sviluppo agricolo e turistico. La rapida ascesa socio economica, è dovuta non solo agli impianti balneari pubblici e privati, alla costruzione del porticciolo ed al notevole richiamo del Castello Aragonese, ma anche all’intensa operosità e solerzia dei suoi abitanti, che, nel volgere di poco tempo, hanno trasformato un borgo da prevalentemente agricolo in un accogliente e fiorente centro turistico d’ interesse nazionale ed internazionale.
Da Vedere: La Torre di Capo Rizzuto (o Torre Vecchia), in località Capo Rizzuto;
Il Santuario della Madonna Greca, in località Capo Rizzuto;
Le Castella, presso il Capo omonimo con il suo imponente fortilizio di età aragoneseo.
La Riserva marina Capo Rizzuto a bordo dei suoi battelli a fondale trasparente;
L’Aquarium a Capo Rizzuto.

Gastronomia e Vini: ANTIPASTI: i sottoli di melenzane a filetti, di verdure miste, di pomodori essiccati al sole e poi la gustosissima Sardeddra (neonata di pesce amalgamata con peperoncino) chiamata anche “caviale calabrese” e le olive conservate in tutti i modi.

PRIMI PIATTI: Covateddri ( piccoli gnocchetti di farina di grano duro fatti a mano con l’aiuto di un particolare cestino di vimini) al sugo di maiale, Maccheroni al ferretto conditi al sugo d’agnello; Scilateddri aglio olio e peperoncino oppure con fagioli: Pasta “hina” al forno con melanzane fritte, polpettine di carne, uova, prosciutto, sugo; Cicorie con fagioli; U Quadaru cioè una zuppa ricavata dal mischiare vari tipi di pesce.
Secondi piatti: Pesce fresco cucinato in diverse maniere; A Frissurata che è la carna di maiale cotta con vino locale ed aromi: Agnello al forno; A Pecura alla pecurara è carne di pecora bollita e condita con il solo sale.

I FORMAGGI: Il Pecorino, la Ricotta di pecora, la Provola che è un formaggio fresco o stagionato di mucca; i Butirri che sono piccoli sacchetti di formaggio al cui interno contengono burro non salato.

I DOLCI TIPICI: La pitta cc’u l’ojjhu, una dolce fatto a sfoglie inpastate con vino ed olio d’oliva e farcite con mandorle, uva passa, miele e cannella: I Tardiddri, gnocchetti ricoperti ed impastati con miele, vino cotto, zucchero e fritti; Le crocette, fichi essiccati con all’interno mandorle e poi ricoperti di miele oppure cioccolato

Come Arrivare:
IN AUTO
Uscite: Sibari (da Nord) o Catanzaro Lido(da SUD), si lascia la A3 (l’autostrada del Sole) e si imbocca la S.S. 106 Jonica, che costeggia tutto il litorale da Taranto a Reggio Calabria.
Oppure si può scegliere l’uscita per Cosenza e si imbocca la S.S. 107 silana-crotonese.

IN AEREO
Collegamenti aerei Alitalia, Airone, Volare e Alpieagles sono attivi dall’aeroporto di Lamezia Terme (distante circa 110 Km) e Airone da quello di S. Anna, nel comune di Isola Di Capo Rizzuto (a pochi chilometri da Crotone).

IN TRENO
La stazione ferroviaria di Crotone, collega la neo-provincia, con corse giornaliere, alle principali città d’Italia. Tramite la tratta Taranto Reggio Calabria ed il collegamento Catanzaro Lido – Lamezia Terme.

Il testo è stato gentilmente fornito da: Domenica Scida

Ecco le prossime manifestazioni che si svolgono nel comune di Isola di Capo Rizzuto:

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Oggi visitiamo… Tortoreto Lido (Abruzzo)

Tortoreto Lido: in bici tra mare e oasi naturalistica

Tortoreto Lido ha una passeggiata davvero unica nel suo genere, pensate che sono oltre 3.000 le piante presenti tra cui molte palme e pini.

a passeggiata è quindi sempre in ombra, ideale anche per le giornate più torride. Costeggia tre chilometri di spiaggia di sabbia fine. La spiaggia è molto ampia, perfetta quindi per tutti, anche per le famiglie con bambini piccoli al seguito.

E ricordare che Tortoreto Lido è stata insignita dal 1992 fino ad oggi della Bandiera Blu, il riconoscimento per le acque più pulite. Tuffatevi allora nelle acque cristalline e godete di queste spiagge meravigliose.

Passeggiando sulla spiaggia al mattino presto avrete inoltre la possibilità di vedere i pescatori che tornano dopo una notte di pesca e di osservare le vongolare, le imbarcazioni nate per pescare le vongole. Vedere tutte queste barche è un’esperienza davvero unica, riuscirete così ad immergervi infatti nella cultura e nelle tradizioni della zona.

Tortoreto Lido non è famosa però solo per questa bellissima passeggiata, dispone infatti di molte piste ciclabili che permettono di percorrere in bicicletta l’intero litorale e di raggiungere senza difficoltà anche tutte le località vicine.

Le piste ciclabili sono sicure al cento per cento, potrete pedalare senza avere paura quindi del traffico e potrete portare con voi anche i bambini.

Con la vostra bicicletta potete anche raggiungere il parco Onda Blu, un bellissimo parco acquatico che si estende su oltre 120.000 metri quadri di superficie.

Troverete scivoli kamikaze di ogni altezza, tappeti per scivolare sull’acqua, gommoni, piscine con onde e molte altre attrazioni acquatiche per il massimo dell’adrenalina. Non solo, troverete anche zone verdi, solarium, idromassaggio per un relax davvero eccezionale e non dimenticate ovviamente la zona dedicata al divertimento dei più piccoli, per giocare in piena sicurezza.

Sempre in sella alla vostra amata bicicletta potete raggiungere l’Oasi naturalistica parco botanico “Le fonti del vascello”. Il sentiero principale dell’oasi parte dal centro visite e costeggia sia il lago che molti stagni e specchi d’acqua.

Qui è possibile andare alla scoperta delle piante acquatiche e di molte diverse specie di uccelli tra cui dobbiamo ricordare le oche, che sono state immesse in questa zona per cercare di salvaguardarle. Sono presenti anche numerosi cigni.

Osservando con attenzione le acqua del lago potrete scorgere le carpe, le anguille e le tartarughe d’acqua che lo abitano. Il percorso vi porterà anche alla scoperta del bosco idrofilo ovviamente con piante che amano i terreni più asciutti come il salice, il pioppo, il noce o il sambuco e con piante che invece amano le zone coperte d’acqua come il giglio, il ranuncolo, l’iris.

Per apprezzare al meglio la bellezza di questi luoghi vi consigliamo un hotel a due passi dal mare di Tortoreto, elegante e confortevole, con piscina, ristorante con cucina tipica abruzzese, ampi spazi verdi e tutti i servizi che potete desiderare per una vacanza indimenticabile: Hotel Villa Elena.

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