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Oggi andiamo a…. Ravenna

Ravenna si può definire con certezza un tesoro sconosciuto alla maggioranza degli italiani. Oscurata dalle più famose città d’arte italiane (Firenze, Roma, Venezia, Napoli) è in realtà una cittadina straordinaria che attira turisti e appassionati d’arte da tutto il mondo. Pochi sanno che è stata per tre volte, capitale di tre imperi: dell’Impero Romano d’Occidente, di Teodorico Re dei Goti, dell’Impero di Bisanzio in Europa. Questo passato è testimoniato dalle basiliche e dai battisteri di Ravenna, dove si conserva il più ricco patrimonio di mosaici dell’umanità risalente al V e VI secolo. Pochi sanno anche che Ravenna ha otto monumenti inseriti nella lista del Patrimonio Mondiale dell’UNESCO e che le spoglie di Dante sono conservate qui, e non a Firenze. Si mangia straordinariamente bene (siamo sempre in Romagna) e d’estate ci sono 35 chilometri di costa tra cui scegliere per farsi un bagno. Per chi ama la natura, a pochi chilometri c’è il Delta del Po e le Valli di Comacchio, oltre alle pinete di Classe e San Vitale e l’oasi di Punte Alberete. Insomma, se anche voi eravate tra quelli che non conoscevano Ravenna, ora non avete più scuse. Scoprite con noi le 10 cose da vedere e fare assolutamente durante una visita a Ravenna.

Il Mausoleo di Galla Placidia a Ravenna

Avvicinandosi al Mausoleo di Galla Placidia non si immagina che la semplicità dell’esterno nasconda in pochi metri quadrati così splendidi mosaici, i più antichi di Ravenna. Non esageriamo se affermiamo che l’atmosfera del Mausoleo è magica. Fu l’imperatore Onorio (che trasferì nel 402 la capitale dell’ impero d’occidente da Milano a Ravenna) a volere questo mausoleo per dedicarlo alla sorella Galla Placidia. Il tema dei mosaici, infatti, è la vittoria della vita sulla morte, in accordo con la destinazione funeraria dell’edificio. Ma è il cielo stellato riprodotto sulla volta a colpire più di tutto la fantasia dei visitatori e a restare impresso per sempre negli occhi. Pare che la stessa cosa sia accaduta a Cole Porter, che andò a Ravenna in viaggio di nozze alla fine degli anni ’20. La storia racconta che fu proprio il cielo stellato del mausoleo a ispirargli la famosissima Night and Day.

Come: a piedi dal centro di Ravenna
Quando: tutti i giorni dalle 9 alle 19. Mai: 25 dicembre
Quanto: Euro 9.50 (biglietto cumulativo comprensivo di: S.Apollinare Nuovo, Battistero Neoniano, San Vitale, Mausoleo di Galla Placidia, Museo e Cappella Arcivescovile)

La Basilica di San Vitale a Ravenna

Questo tempio a forma ottagonale (l’otto era simbolo di Resurrezione perché era sette, il tempo, più uno, Dio) è fra i monumenti più importanti dell’arte paleocristiana in Italia. Non solo per lo splendore dei suoi mosaici ma per la completa adesione ai canoni dell’arte orientale: non ci sono navate ma solo un nucleo centrale a pianta ottagonale sormontato da una cupola affrescata. Se riuscite a staccare gli occhi dai mosaici, soprattutto dal volto di Teodora, noterete a terra una serie di cerchi concentrici con delle frecce: è un labirinto, come si trovano in molte chiese cristiane. Simboleggia il percorso di uscita dal peccato verso la purificazione. Se volete provare a uscire dal labirinto, vi diamo un piccolo aiuto: si parte dal centro, il resto scopritelo voi.

Come: a piedi dal centro di Ravenna
Quando: tutti i giorni dalle 9.00 – 19.00. Chiusura biglietteria ore 18.45.
Mai: il 25/12
Quanto: Euro 9.50 (biglietto cumulativo comprensivo di: S.Apollinare Nuovo, Battistero Neoniano, San Vitale, Mausoleo di Galla Placidia, Museo e Cappella Arcivescovile)

La Basilica di Sant’Apollinare Nuovo

Da non confondere con Sant’Apollinare in Classe che si trova fuori dal centro storico, a 8 km da Ravenna, la Basilica di Sant’Apollinare Nuovo porta questo nome per differenziarla da un’altra chiesa cittadina che portava lo stesso nome: ospita il più grande ciclo di mosaici del mondo. Le pareti della navata centrale sono divise in tre fasce di mosaici ben distinte: la fasci più alta racconta la vita di Cristo, quella centrale Santi e Profeti e mentre quella inferiore ritrae il famoso Palazzo di Teodorico. La cancellazione della figura dell’Imperatore e di altri personaggi, ricoperti da drappi bianchi, avviene nel momento in cui la basilica passa dal culto ariano (per cui era stata costruita) al culto cattolico. Sulla parete di fronte è ritratto il porto di Classe, uno dei più importanti del Mediterraneo ai tempi dell’Impero Romano.

Come: a piedi dal centro storico
Quando: tutti i giorni dalle 9.00 – 19.00. Chiusura biglietteria ore 19.00.
Mai: 01/01 e il 25/12
Quanto: 9.50 € (biglietto cumulativo comprensivo di: S.Apollinare Nuovo, Battistero Neoniano, San Vitale, Mausoleo di Galla Placidia, Museo e Cappella Arcivescovile

Il Mausoleo di Teodorico

Secondo la leggenda la vasca in porfido rosso che si trova al piano superiore del Mausoleo è la stessa in cui trovò la morte l’Imperatore barbaro. Poiché aveva paura dei fulmini, in un giorno di temporale si rifugiò nel suo mausoleo ma un fulmine venne a colpirlo proprio mentre stava facendo il bagno. Dalla fessura a forma di croce aperta nel tetto del Mausoleo, sarebbe poi arrivato un cavallo nero che lo avrebbe gettato nell’Etna! Sono tante le leggende sulla morte di questo re Barbarò che governò l’Italia per 33 anni portando tolleranza, pace e ricchezza e che si fece costruire questo mausoleo in pietra d’Istria affinché trovasse pace a Ravenna, dove aveva vissuto. La struttura a due piani a forma decagonale e con un massiccio tetto fatto con un unico blocco di pietra lo rende un monumento singolare, completamente differente rispetto agli edifici in mattone di Ravenna.

Come: appena fuori dalle mura nella zona della Rocca Brancaleone. Autobus linea n. 2-5
Quando
: tutti i giorni dalle 8.30 – 19.30. Chiusura biglietteria ore 18.30
Quanto: Euro 4.00. Museo Nazionale di Ravenna e Mausoleo di Teodorico: Euro 8.00 (ridotto Euro 4.00) – Museo Nazionale di Ravenna, Mausoleo di Teodorico e Basilica di Sant’Apollinare in Classe: Euro 10.00 (ridotto Euro 5.00)

La Basilica di Sant’Apollinare in Classe a Ravenna

Tra le basiliche di Ravenna è quella più imponenete e maestosa. I mosaici sfidano per bellezza quelli delle altre chiese della città e ritraggono Cristo circondato dai quattro evangelisti, mentre le pecore simboleggiano gli apostoli. Il volto di Gesù compare al centro della Croce, in un tondo decorato con 99 stelle. Tutta la rappresentazione si svolge tra il cielo e l’incanto di un verde paesaggio paradisiaco ricco di rocce, alberi, fiori ed uccelli variopinti. Oggi la Basilica di Sant’Apollinare in Classe si trova a 8 km dal centro di Ravenna e a qualche chilometro dal mare, mentre quando venne costruita si trovava in riva al mare.Accanto alla basilica, infatti, ci sono gli scavi della grande area archeologica dell’antica città di Classe, sede della flotta romana nell’Adriatico.

Come: con l’auto o l’autobus N. 4 o col treno e 5 minuti a piedi.
Quando: tutti i giorni dalle 8.30 – 19.30. Chiusura biglietteria ore 19.00.
Quanto: Euro 5.00. Biglietto cumulativo con Museo Nazionale e Mausoleo di Teodorico: € 6.00 – Museo Nazionale, Mausoleo di Teodorico e Basilica di Sant’Apollinare in Classe: € 8.00

Il Mausoleo-Tomba di Dante a Ravenna

Per molti è una sorpresa scoprire che la Tomba di Dante si trovi a Ravenna e non a Firenze. Dante morì a Ravenna durante il suo esilio e nonostante i ripetuti tentativi di riportarlo nella città natale, è ancora qui. I Francescani del vicino convento trafugarono e conservarono gelosamente le ossa di Dante per diversi secoli, opponendosi alla volontà di sovrani e papi di riportare le spoglie a Firenze. Furono sempre loro a salvarle dai bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale. Oggi a ricordare Firenze e la toscana c’è la lampada votiva settecentesca alimentata con olio d’oliva degli appennini toscani che viene donato ogni anno (la seconda domenica di settembre) dalla città di Firenze.

Come: a piedi dal centro di Ravenna
Quando: tutti i giorni dalle 10.00-18.30
Mai: 1/11, 25/12 e l’1/1
Quanto: gratis

Il Battistero degli Ariani a Ravenna

l Battistero degli Ariani di Ravenna fu costruito durante il regno di Teodorico, quando Ravenna era la capitale dell’Impero e l’arianesimo era religione ufficiale della corte. L’arianesimo è sempre stato considerato un’eresia del Cristianesimo perché secondo la dottrina ariana Cristo era figlio di Dio ma conservava la sua natura umana: solo attraverso il rito del battesimo che la natura divina fu comunicata a Cristo. I mosaici sulla volta del battistero celebrano proprio il battesimo di Cristo. A differenza del vicino Battistero degli Ortodossi, qui il giovane Cristo non viene rappresentato come proveniente da Oriente (“luce da luce, Dio vero da Dio vero”) ma si dirige verso oriente, diventando divino solo nel momento del battesimo. E’ un uomo, quindi non c’è “censura” sulla sua nudità, mentre è immerso nelle acque del Giordano e Giovanni Battista gli comunica il Battesimo. Dall’alto scende la colomba divina, ad irrorare con un soffio di luce, simbolo dello Spirito, il capo del Cristo.

Dove: a piedi dal centro di Ravenna
Quando: tutti i giorni dalle 9 alle 19.30
Quanto:gratis

Il Battistero Neoniano o degli Ortodossi a Ravenna

Il Battistero Neoniano fu la risposta cattolica (del vescovo Neone) all’eresia Ariana, che proprio in Ravenna aveva avuto il massimo splendore sotto il regno di Teodorico. Una contrapposizione che si ritrova anche nel Cristo raffigurato nel mosaico sotto la cupola, che a differenza di quello nel vicino Battistero degli Ariani viene da Oriente (“luce da luce, Dio vero da Dio vero”) ed è divino anche prima del battesimo comunicatogli da Giovanni Battista e dalla colomba divina (gli ariani affermavano il contrario). Si racconta che Carl Gustav Jung (il famoso psicologo) in un suo viaggio a Ravenna negli anni 30 vide nel Battistero Neoniano, un mosaico che rappresentava Cristo mentre tende la mano a San Pietro che sta per affogare. Discusse a lungo di questa immagine con la sua compagna di viaggio e la interpretò come un segno della morte e della rinascita. Solo molto tempo dopo, quando cercò una foto del Battistero Neoniano, si accorse che quell’immagine non esisteteva ed era stata il frutto della sua immaginazione. Jung usò quell’episodio per scrivere bellissime pagine sul rapporto tra inconscio e coscienza e di come anche l’imaginazione modifichi il modo in cui vediamo la realtà.

Come: a piedi dal centro di Ravenna
Quando: tutti i giorni dalle 9 alle 19.00
Quanto:Euro 9.50 (biglietto cumulativo comprendente: S.Apollinare Nuovo, Battistero Neoniano, San Vitale, Mausoleo di Galla Placidia, Museo e Cappella Arcivescovile)

Il Planetario di Ravenna

Il Planetario non è uno dei monumenti più conosciuti di Ravenna, ma è certamente una delle cose da non perdere durante una visita in città. Se vi attira ammirare stelle, pianeti e sistema solare, il Planetario di Ravenna è il posto giusto. Sopra una sala con 56 posti a sedere c’è una cupola di 8 metri di diametro su cui viene proiettata l’immagine artificiale della volta celeste, così come si dovrebbe vedere ad occhio nudo (se non ci fossero inquinamento da luci e da smog). Si spengono le luci e appaiano davanti a vostri occhi, a pochi metri, 3.000 stelle suddivise nei due emisferi: dalla stella Polare alle Nubi di Magellano, dalla costellazione di Cassiopea a quella della Croce del Sud. Un sistema automatico permette di comandare e velocizzare i movimenti degli astri, riproducendo l’alternarsi del giorno e della notte e osservare tutti i pianeti del nostro sistema mentre percorrono i loro movimenti lungo le orbite attorno al sole. All’esterno dell’edificio c’è un grande orologio solare con un quadrante e due meridiane e un Cerchio di Ipparco che permette di conoscere il momento dell’equinozio.

Come: nei giardini pubblici a 300 metri dalla stazione. Con l’auto o l’autobus N. 4.
Quando: tutti i martedi alle 21.00. Per appuntamento Telefono: 0544 62534
Quanto: Euro 5.00.

Cosa e dove mangiare a Ravenna

Ve lo diciamo da subito: Ravenna non è un posto per chi sta cercando di rimettersi in forma, a meno che non abbia una volontà di ferro per resistere all’abbondante, grassa, succulenta e caloricissima cucina romagnola. Si inizia di solito con affettati misti e squacuerone, si prosegue con cappelletti e tagliatelle al ragù, si passa alla carne, ai pesci e frutti di mare o agli ospiti degli abbondanti canali locali, come anguille e rane. Si finisce con un dolce al mascarpone e si accompagna tutto con Albana, Sangiovese, Trebbiano o Pagadebit. Due buoni posti dove assaggiare la cucina tipica locale sono Cà De Vèn e la Locanda del Melarancio in pieno centro storico. Per una piadina al volo ci sono la Piadina del Melarancio sempre in centro e molti altri posti più o meno gradevoli.

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Oggi andiamo a… visitare i luoghi di Don Camillo e Peppone: Brescello

“Ecco il paese, il piccolo mondo di un mondo piccolo, piantato in qualche parte dell’Italia del Nord. Là in quella fetta di terra grassa e piatta che sta tra il fiume PO e l’Appennino”, così Giovannino Guareschi aveva descritto il mondo di Don Camillo e Peppone al momento di tradurre in immagini le atmosfere del mondo piccolo e proprio a Brescello aveva trovato l’ambiente ideale, con la gente, i luoghi, il clima più caratteristico della Bassa Padana.

Naturalmente Brescello non è solo il paese di Don Camillo, ma anche una cittadina ricca di storia e di arte, che vale una visita più approfondita. Si può partire da Via Giglioli, tratto orientale dell’antico decumano romano, lasciandosi alle spalle la cinquecentesca chiesa della Concezione. Percorrendo la via si possono vedere, sul lato sinistro, prima l’antico ospedale e poi l’edificio della posta, già attivo in epoca estense. Qui si trova anche la campana utilizzata in uno dei film della serie di Don Camillo, proseguendo fino in fondo si arriva al cuore di Brescello, costituito da Piazza Matteotti, dove si affacciano il Municipio e la Chiesa di Santa Maria Nascente, che hanno fatto da sfondo a tante avventure di Don Camillo e Peppone.

Ai lati della piazza si trovano le statue bronzee dei due personaggi, opera dello scultore mantovano Andrea Zangani, inaugurate nel giugno 2001 a ricordo dei 50 anni del primo film, mentre al centro si erge, su un piedistallo marmoreo, la copia in gesso della statua di Ercole (conosciuto anche come “Pasquino”), mentre l’originale, creato dal Sansovino per Ercole II° d’Este è ora custodita presso il Centro Culturale San Benedetto.
La piazza, cinta su due lati da porticati, è dominata dalla Chiesa di Santa Maria Nascente, al cui interno si trova il celebre “Cristo parlante” dei film. La facciata è ornata da un protiro, pregevole, ma niente affatto antico, in quanto costruito provvisoriamente durante la lavorazione del terzo film della serie di Don Camillo. Poi, vista la pregevole estetica della chiesa, con il protiro, l’allora Arciprete, Don Sante Manfredini, chiese e ottenne dal Commendator Rizzoli, la costruzione in muratura.

Dalla Piazza si accede in Via Cavallotti, dove proseguendo per circa 100 metri si giunge all’antico complesso monastico di San Benedetto, edificato da Ercole I d’Este e Eleonora d’Aragona per le monache benedettine (1492), che rimasero fino alla soppressione dell’Ordine da parte di Napoleone, nel 1798; fu successivamente trasformato in ospedale e poi in caserma, sotto la Repubblica Cisalpina. Dopo i restauri, eseguiti negli anni ottanta dall’Amministrazione Comunale, il grande complesso è stato trasformato in Centro Culturale, pur conservando in parte l’antica struttura architettonica con arcate, volti e pilastri in cotto, tipici del tardo romanico. Attualmente vi hanno sede il Museo di Peppone e Don Camillo, due sale civiche – Prampolini e Zatti, la Biblioteca Comunale “Antonio Panizzi” (illustre brescellese, patriota e senatore, padre della biblioteconomia moderna), il Centro Sociale AUSER, il Museo Archeologico, dove sono esposti i reperti di epoca romana rinvenuti sul territorio mediante numerose campagne di scavo.

L’edificio del San Benedetto è collocato su Piazza Mingori, che ospita altrei elementi di interesse turistico, prima tra tutti la nuova struttura Museale dedicata a Guareschi, realizzata in occasione del Centenario della nascita del celebre scrittore, che è dedicata alla cultura del cinema, della tradizione e del territorio. Sulla piazza si trova anche il carro armato utilizzato nelle riprese di uno dei film della serie Don Camillo; attiguo al Centro Culturale si trova poi il Parco Guareschi, piccola e curata zona verde dove è collocato il monumento a lui dedicato, opera della scultrice tedesca Gudrun Schreiner.

Una visita fino a Brescello, oltre ad altri innumerevoli luoghi dei film, quali la stazione ferroviaria, la casa di Peppone, la Madonnina del Borghetto, il luogo di reclutamento delle comparse, la scuola dove Peppone diede l’esame per il diploma di licenza elementare, ecc…..non può prescindere da un’escursione fino al fiume, raggiungibile a piedi, dopo una bellissima passeggiata a piedi di circa 500 metri, tra piante di querce e macchia mediterranea e dove è possibile vedere la confluenza di un affluente, l’ENZA, nel PO.

Brescello, il Po e l’Enza

Il territorio comunale di Brescello è caratterizzato dalla presenza del grande argine maestro del fiume Po ed è ben conosciuto oggi come “il paese di Don Camillo e Peppone”:

Ma una visita a Brescello non può prescindere da un’escursione fino al fiume, raggiungibile a piedi dopo una bella passeggiata di circa 500 metri tra piante di querce e macchia mediterranea, dove è possibile vedere la confluenza dell’affluente Enza nel Po.

La passeggiata può raggiungere la golena all’altezza della Trattoria Lido Enza, dove si può passare sopra il vecchio ponte in ferro sull’Enza ed addentrarsi per un centinaio di metri nel bosco per arrivare al grande fiume.

Da ricordare che un interessante giro in barca si può fare navigando sul Po da direzione Guastalla – Boretto ed entrando sull’affluente Enza fino ad incrociare le vecchie pittoresche imbarcazioni da pesca.

Per maggiori informazioni:

Ufficio turismo – Fondazione il Paese di Don Camillo e Peppone
Tel: 0522/482564
E-mail ufficioturismo@comune.brescello.re.it

 

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Oggi andiamo a… Parma (Emilia-Romagna)

“Città della Musica” è quel che si legge all’ingresso di Parma. Ma non è l’unica attrazione della piccola città emiliana, infatti si possono visitare monumenti artistici, architetture storiche e degustare interessanti piatti tradizionali. In una sola giornata passata a Parma apprezzerete i suoi molteplici aspetti, vediamo come pianificarla! Arrivare in treno è un’ottima soluzione, considerando che la stazione ferroviaria si trova a pochi minuti a piedi dal centro storico. Per coloro che invece preferiscono l’auto sono disponibili vari parcheggi a pagamento intorno al centro, tra cui uno sul lungo fiume (Parcheggio Goito). Gli spostamenti all’interno della città possono avvenire comodamente a piedi, sia per le distanze ridotte, sia per godere al massimo della vostra giornata e scoprire i borghi e gli scorci.  La prima tappa che consiglio è il complesso della Pilotta, che comprende il Palazzo, sede di mostre temporanee, la Biblioteca Palatina, il Teatro Farnese e la Galleria Nazionale (mar-sab 8.30-19, dom e festivi 8.30-14). In circa tre ore potete visitare l’intero complesso, in caso il tempo non sia a vostro favore non perdetevi il Teatro Farnese, particolare struttura in legno progettata dall’architetto Argenta.  Uscendo dalla Pilotta, fermatevi un momento ad ammirare la grande piazza antistante, Piazzale della Pace, opera dell’architetto M.  Botta.  Notate come la grande fontana abbia la forma dell’antica chiesa andata distrutta durante la guerra e come la sua struttura sia ricordata dal gioco di alberi e acqua presenti.  Passando sbirciate anche il Teatro Regio, che vanta una interessante stagione concertistica e numerosi festival lirici.  Dirigetevi, poi, in direzione della Camera di San Paolo, opera di Correggio (lun-dom 8.30-14) e della Pinacoteca Stuard per proseguire la vostra visita artistica..  Proseguite verso Piazza Duomo ed entrate al Battistero in marmo rosa, abbellito da numerose formelle raffiguranti animali, e alla chiesa, Santa Maria Assunta, nella quale potrete ammirare la cupola affrescata da Correggio e l’interessante bassorilievo di Antelami, La Deposizione di Cristo. Dietro al Duomo si trova la Chiesa di San Giovanni, più piccola e austera, ma di grande interesse per i suoi affreschi.  Camminando qualche minuto vi sarà possibile raggiungere Piazza Garibaldi e apprezzare la fondazione romana di Parma osservando come Via Cavour, Via Repubblica e Via Farini compongano con la piazza la classica struttura a Cardo e Decumano. Sulla Piazza si affaccia il Palazzo del Governatore con la sua grande meridiana e al centro emerge la statua di Garibaldi.  Passeggiate per Via della Repubblica fino ad attraversare il ponte sul torrente Parma e raggiungere così l’oltretorrente. Tra i borghi scoprite l’ospedale vecchio, oggi Archivio di Stato e la Chiesa dell’Annunziata. Per concludere la giornata e riposarvi un momento, dirigetevi a nord, verso il Parco Ducale, dove potrete godervi un buon caffè all’ombra. Il parco vi condurrà con il suo grande viale fino al ponte di Mezzo e quindi fino al Palazzo della Pilotta, punto finale della visita. In caso decidiate di prendervi qualche giorno in più potrete dedicarvi ad altre parti della città come la Cittadella, l’Auditorium Paganini e ai numerosi castelli e regge della provincia.  Per la pausa pranzo o la cena c’è solo l’imbarazzo della scelta: ottimi ristoranti, osterie e occasioni di degustazione, in ogni caso per un panino non perdetevi Pepèn, a due passi da Piazza Garibaldi, per una degustazione di vini Le Ombre Rosse e per un assaggio di piatti tipici l’Osteria del Gesso. Per un caffè, invece, sedetevi in Piazza Garibaldi e lasciatevi conquistare dall’atmosfera tranquilla intorno a voi, pianificando, magari, la prossima visita a Parma, la Piccola Parigi!

http://ideeviaggi.zingarate.com/come-visitare-parma-in-una-giornata-11706.html#steps_8

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Oggi andiamo a… Meldola (Emilia-Romagna)

Meldola

Veduta del castello
Provincia:  Forlì-Cesena (Forlì 14 km – Cesena 16 km)
Altitudine: 0-200 mt. slm
Area turistica
Appennino e Verde
Dove si trova

Situata lungo il corso del fiume Ronco che scorre a ridosso del centro storico, la località si trova all’inizio della Valle del Bidente sulla strada che porta dal forlivese verso gli Appennini ad una ventina di minuti dalla Riviera adriatica, dalla Diga di Ridracoli e dal Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi, Monte Falterona e  Campigna.

Quando andarci e cosa vedere

La prima tappa in cui s’imbattevano gli antichi pellegrini diretti a Roma lungo la Valle del Bidente era Meldola, una cittadina che ancor oggi sa accogliere il visitatore al meglio soprattutto dalla primavera all’autunno quando la natura circostante offre deliziosi scorci e quieti panorami.

La sua storia, punteggiata da aspri scontri e avvicendamenti politici, ne rimarca l’importanza strategica ricoperta nei secoli.

Si deve, ad esempio, agli Arcivescovi di Ravenna la costruzione dell’imponente Rocca che ancora oggi la domina. E già prima dell’anno 1000 il fortilizio fu oggetto di contrasto fra la Chiesa ravennate e il potere locale; passò poi ai Guelfi e quindi ai Ghibellini fino al 1283 quando il Conte Guido da Montefeltro ne fece il suo ultimo rifugio in Romagna. A seguito di varie vicissitudini parte della struttura fu demolita dopo il terremoto del 1870. Attualmente sono in corso i lavori di resturo conservativo: è prevista, entro il 2011, l’apertura del Cassero e di cortili esterni che saranno visitabili al pubblico.

Meldola inoltre fu epicentro di importanti fenomeni economici – produzione del baco da seta, filande, importanti cave e mercati agroalimentari – che hanno portato la cittadina all’attenzione di operatori nazionali e anche internazionali. A tale proposito interessante è la visita al Museo del baco da seta “Ciro Ronchi” situato nel centro storico del paese.

Adiacente alla Piazza F. Orsini, sede del Palazzo Comunale, si trova il Teatro “A. Dragoni”, uno dei teatri storici più belli della Romagna le cui origini risalgono a oltre tre secoli fa.

Da non perdere
Deviando dalla SS 310 del Bidente per Via San Giovanni e proseguendo per Via Sbargoleto, si giunge alla Riserva Naturale Orientata Bosco di Scardavilla che interessa un territorio di circa 30 ettari. La riserva è visitabile su prenotazione presso il Museo di ecologia e Centro Visitatori “Mirco Bravaccini” che si trova presso la ex chiesa della Madonna del Sasso, nel centro storico di Meldola.
Appuntamenti di rilievo

Il meraviglioso scenario del parco di Rocca delle Caminate ospita ogni anno, nel mese di maggio, “Otto castelli per un palio”. La rievocazione medievale, con spettacoli di scherma e falconeria, sbandieratori, duelli, cibi e mestieri dell’epoca, culmina nel grande torneo fra le squadre rappresentanti le otto famiglie che si contesero il dominio della roccaforte.

Nei dintorni

Percorrendo da Meldola la strada per Ravaldino in Monte per circa 6 km, al confine con il territorio di Predappio, si erge la Rocca delle Caminate, tra i fiumi Rabbi e Bidente, in posizione dominante sulle vallate sottostanti. La torre di avvistamento è di probabili origini romane mentre il castello risale al X o XI secolo.

A circa 10 km dal paese, posto su un crinale sorge nell’omonima frazione, il Castello di Teodorano, risalente all’XI sec., che fu oggetto di contesa per la sua posizione strategica.

Per maggiori informazioni

Redazione Locale: Turismo forlivese

Punti informativi
COMUNE DI MELDOLA, UFFICIO SERVIZI SOCIALI, CULTURALI, SPORTIVI, REFERENTE MONICA FABBRI
Piazza Felice Orsini, 12 – 47014
(FC)
Tel. ++39 0543 499429
Fax ++39 0543 490862
sociali.cultura@comune.meldola.fo.it
Apertura annuale
COMUNE DI MELDOLA – UFFICIO RELAZIONI CON IL PUBBLICO
Piazza Felice Orsini, 29 – 47014
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Tel. ++39 0543 499411
Fax ++39 0543 490353
urp@comune.meldola.fo.it
Apertura annuale
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